REVOCATA LA DELIBERA NELLA QUALE SI INDICAVA NEL TERRITORIO GRUMESE LA REALIZZAZIONE DELL’IMPIANTO DI COMPOSTAGGIO E DEL CENTRO DI STOCCAGGIO DELLA FRAZIONE SECCA
E Grottelline restò l’unica discarica
Nonostante la volontà di uscire dall’Ato Ba/4,gli impianti potrebbero partire
di Cosimo Forina
Ed ora, stando a quanto si intuisce dalle carte, restano in piedi solo gli impianti di “Grottelline”, immondezzaio dato in gestione all’Ati Tradeco Gogeam (Columella-Marcegaglia) decisi tanto dall’Autorità di Gestione dell’Ambito Territoriale Ottimale BA/4 che dall’amministrazione guidata da Carlo Scelzi durante il primo sequestro effettuato sul sito di Spinazzola dalla Procura di Trani. Nonostante nell’ultimo consiglio comunale l’amministrazione guidata dal sindaco Nicola Di Tullio ha deliberato unilateralmente l’uscita dal consorzio che comprende le città di: Altamura, Cassano Murge, Gravina di Puglia, Minervino Murge, Poggiorsini, Santeramo in Colle, Spinazzola e Toritto. Infatti lo scorso 20 giugno il sindaco di Grumo Appula, Michele d’Atri, eletto nuovo presidente dell’Ato Bari/4 in sostituzione di Carlo Scelzi dimissionario, ha chiesto e ottenuto dai sindaci del consorzio la revoca della delibera n.1 del 15 aprile 2011 nella quale si indicava nel territorio gruvese la realizzazione dell’impianto di compostaggio e del centro di raccolta, valorizzazione e stoccaggio della frazione secca, derivante dalla raccolta differenziata del Bacino Ba/4 in località “Torre dei Gendarmi”. La delibera del 15 aprile aveva visto i sindaci di Grumo Appula e Toritto lamentarsi delle decisioni assunte dall’Ato prese in loro assenza. Perché Spinazzola torna in auge nonostante la manifestata volontà di uscire dall’Ato Ba/4 per aderire al bacino della Provincia di appartenenza Barletta-Andria-Trani? Le ragioni sono diverse, mutabili solo nel momento in cui la Regione Puglia guidata dal governatore Nichi Vendola (Sel) e dall’assessore al ramo Lorenzo Nicastro (Idv) porrà in effettiva esecutività il suo nuovo ordinamento in materia di rifiuti. Ovvero passando la mano alle Province, come auspicato dai presidenti Francesco Ventola e Francesco Schitulli. Ma per far questo si dovranno cancellare gli Ato presenti in Puglia, unificando la gestione dei rifiuti delle città solo per appartenenza al proprio territorio provinciale. Oggi gli Ato ricadono nella loro composizione in Province diverse, come il caso di Spinazzola e Minervino Murge. Altro fattore che mantiene Spinazzola ancora legata agli atti posti in essere dalla Regione e dalla precedente amministrazione, ovvero la realizzazione della discarica a Grottelline, oltre gli altri due impianti aggiunti successivamente: umido e frazione secca, si ha perché l’Ato è un consorzio obbligatorio. Pertanto sebbene l’abbandono di Spinazzola possa anche essere ratificata dall’assemblea dei sindaci che ne fanno parte, questa deve essere confermata dalla Regione Puglia. Sino a quel momento Spinazzola resta ancorata all’Ato Ba/4. E difatti, nella delibera del 15 aprile, l’Ato Ba/4 non ha cercato una nuova discarica vicino cui realizzare il biostabilizzatore, questa resta definita a “Grottelline”. Bensì altri impianti, in aggiunta a quelli già deliberati a Spinazzola, occorrenti, visto il fermo giudiziario di Grottelline, a chiudere il ciclo dei rifiuti del bacino. Se così non fosse, i sindaci prima di indicare Grumo avrebbero dovuto revocare tutte le decisioni assunte su Spinazzola. Da quel che si è appreso, nell’assemblea del consorzio del 20 giugno il neo sindaco Di Tullio si è limitato, a voce, a comunicare la volontà dell’uscita di Spinazzola dall’Ato Ba/4. Certo altro non avrebbe potuto fare visto l’ordine del giorno stilato dal suo collega d’Atri. Per far si che quel che ha deciso il consiglio comunale di Spinazzola si attui, l’uscita definitiva dall’Ato Ba/4, Di Tullio deve ottenere il voto del consorzio. Così come la stessa volontà deve essere sottoposta all’attenzione della conferenza dei sindaci della Provincia Barletta-Andria-Trani votata, recepita e votata dal Consiglio Provinciale e approvata dalla Regione Puglia. Nel frattempo senza revoca gli impianti di “Grottelline” voluti da Scelzi potrebbero partire. Ultimo dato, i sindaci dell’Ato colpiti dalle affermazioni riportate dal sottosegretario agli Interni On. Alfredo Mantovano in risposta all’interrogazione parlamentare dell’On. Dario Ginefra (Pd) sull’intreccio politica-mafia-affari ad Altamura sembra abbiano dato mandato ad un avvocato. Mantovano ha affermato che: “a 14 amministratori comunali, nell'ambito dell'ATO competente, è stato contestato il reato di truffa aggravata finalizzata al conseguimento di erogazioni pubbliche in favore della Tradeco. Comportamenti attivi o omissivi posti in essere dai sindaci componenti l'Ambito territoriale ottimale del bacino Bari/4, finalizzati a favorire gli illeciti guadagni della Tradeco. sono stati contestati, a vario titolo, a 72 persone”. I sindaci da quel che giunge da Altamura dove ha sede l’Ato hanno affermano di non aver ricevuto al momento nessun avviso di garanzia. Un giallo.
sabato 25 giugno 2011
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