lunedì 6 giugno 2011

AMBIENTE UN «CICLO» CHE FA DISCUTERE MOVIMENTO «ARIA FRESCA»
Giunge da Altamura il nuovo appello a fare chiarezza su alcune questioni riguardanti il ciclo dei rifiuti
RIFIUTI, BACINO BA/4 IL NODO IRRISOLTO
MINERVINO E SPINAZZOLA RESTANO NELL’ATO DI BARI

di Cosimo Forina
«Quando si ha a che fare con rappresentanti politici che amano muoversi nell’ombra, agire nell’opacità e temono la trasparenza, il confronto, è bene tenere gli occhi sempre aperti per evitare che i diritti dei cittadini vengano calpestati come se nulla fosse». Si apre così il volantino in diffusione da un paio di giorni del “Movimento Cittadino Aria Fresca” di Altamura che tra i suoi massimi esponenti vede il consigliere comunale di quella città Enzo Colonna. Motivo di tanta asprezza la delibera N. 1 del 15 aprile 2011 dell’Autorità di Gestione in materia di Rifiuti (Ato Bari 4) a firma come presidente l’ex sindaco di Spinazzola Carlo Scelzi e del segretario generale Francesco Paolo D’Amore. Delibera con la quale l’Ato Ba/4, consorzio composto dai Comuni di Altamura che detiene la quota di maggioranza, Cassano Murge, Gravina, Grumo Appula assente al voto, Minervino Murge assente al voto, Poggiorsini, Santeramo in Colle astenuto, Spinazzola, Toritto astenuto, ha deliberato, scrive Aria Fresca: «che la famigerata “Astronave” di Mellitto – l’ecomostro ex Tersan lungo la statale 96 che sarebbe diventato il più grande impianto di (finto) compostaggio d’Europa se non fosse stato posto sotto sequestro dalla Procura di Bari e poi, dopo le condanne, confiscato al patrimonio pubblico, perché completamente illegale – deve ospitare ben due impianti per il trattamento dei rifiuti: un impianto di compostaggio per il trattamento della frazione umida e un centro di trattamento e stoccaggio della frazione secca derivante dalla raccolta differenziata». L’associazione punta il dito contro il sindaco di Altamura, Mario Stacca, per la procedura di voto che ricalca quanto già deliberato tanto dall’Ato Ba/4 che dal Comune di Spinazzola. Ovvero la variante di impianti da realizzare a “Grottelline ” Spinazzola dove si voleva costruire la discarica del Bacino Ba/4 già previsto quello di biostabilizzazione data in gestione dalla Regione all’Ato Tradeco-Cogeam. La prima azienda del patron dei rifiuti in Puglia Carlo Dante Columella, attenzionato da diverse procure, finito con parte della sua famiglia, figlio Michele e cognato Francesco Petronella nel filone delle indagini su rifiuti e sanità che vede coinvolto il senatore Alberto Tedesco, già assessore regionale alla sanità di cui è stato chiesto l’arresto. La seconda società fa capo alla famiglia della presidente di Confindustria Emma Marcegaglia . La delibera del Comune di Spinazzola è stata votata quando quell’area era (come è) sottoposta a vincolo di interesse archeologico, paesaggistico, monumentale e ambientale, ed era sottoposto a sequestro probatorio da parte della Procura di Trani, pm Michele Ruggiero. Anche in quella votazione si erano previsti gli impianti di trattamento dei rifiuti della frazione umida e stoccaggio di quella secca da ubicare però a Spinazzola. Nelle due delibere si legge uguale condizione e scelta precauzionale per la validità dell’atto: «di dare atto che la decisone e le indicazioni assunte con il presente provvedimento sono condizionate al positivo esito dei provvedimenti penale ed amministrativo pendenti relativi al sito messo a disposizione...». La discrepanza più evidente e che Spinazzola e Minervino, città uscite dalla Provincia di Bari, entrate in quella di Barletta-Andria-Trani, in seguito alla nuova legge regionale in materia di rifiuti, avrebbero già da tempo dovuto lasciare il Bacino Ba/4 per aderire a quello provinciale. Ed invece tutto sembra essere rimasto come prima.
SPINAZZOLA SULLO SFONDO LA QUESTIONE «GROTTELLINE» E LA RACCOLTA RIFIUTI IN CITTÀ
INCONTRO CON COLUMELLA DI TULLIO NON RISPONDE
Nella campagna elettorale appena conclusa per il rinnovo del Consiglio comunale la questione “Grottelline”, è stata tirata più volte in ballo. A parlarne con schiettezza e diniego della realizzazione il presidente della Provincia Barletta, Francesco Ventola, il quale ha sostenuto il candidato eletto sindaco Nicola Di Tullio. A quest’ultimo abbiamo chiesto se risultava essere vero che vi era stato nei primi giorni del suo mandato un incontro con il titolare della Tradeco, Carlo Dante Columella, società che oltre a dover gestire la discarica di “Grottelline ” è l’azienda che gestisce raccolta e smaltimento dei rifiuti urbani a Spinazzola. Contratto quasi giunto a scadenza, sul quale lo stesso Di Tullio, da consigliere comunale, aveva denunciato anomalie alla Procura della Repubblica di Trani. Il neo sindaco, sarà stato per la giornata uggiosa, ha preferito non rilasciare dichiarazioni. Quasi infastidito, ha annunciato un comunicato che non è stato ancora diffuso. Tra le scelte ereditate quella della definizione del Bacino di appartenenza in materia di rifiuti, per Spinazzola resta una priorità. Ricordiamo che a sottolineare la necessità, dati i ruoli della Provincia affidati dalla Regione, sulla creazione di un Bacino unico provinciale è stato proprio il presidente Ventola unitamente al suo collega di Bari Francesco Schitulli. I quali sono costretti a barcamenarsi con più Ato, prorogati nella loro esistenza, nei loro territori di gestione. Ricadenti questi in più Province a cui fanno capo le città di loro giurisdizione. Una confusione non da poco quella che si è andata generando, come nel caso della delibera dell’Ato Ba/4 sull’utilizzo della “Punta Perotti della Murgia”, bene confiscato con acquisizione gratuita al patrimonio pubblico (nello specifico, al patrimonio del Comune di Grumo Appula nel cui territorio doveva sorgere l'impianto), su cui a decidere sono, come nel caso di Spinazzola, città ricadente in altra provincia. Ed ancora più anomalo è l’assenza nell’approvazione di quella delibera della città proprio di Grumo Appula. Come a dire che la determinazione dei comuni nulla può verso atti di imperio di una maggioranza composta dai piccoli altri comuni facente parte del consorzio e di quello più grande, la città di Altamura che detiene ben il 35% delle quote. La denuncia che giunge da Altamura, tramite in movimento “Aria Fresca” riapre il dibattito sulla gestione dei rifiuti nella nuova Provincia, richiamando ad ruolo essenziale la stessa Regione, governata da Nichi Vendola e dall’assessore regionale all’ambiente, Lorenzo Nicastro. Un fatto non da poco, vista la scadenza di alcuni contratti,come nel caso di Spinazzola e la necessità di dar vita ad una gestione in materia differenziata che non sia con numeri risibili. Fallimentari come nel caso di Spinazzola che non è andata con la Tradeco poco più oltre il 4%, rispetto ad altre città della provincia che possono, quanto meno far vanto, pur al di sotto degli obiettivi regionali, di percentuali a due cifre.

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