domenica 12 giugno 2011

INFRASTRUTTURE
LA CHIUSURA ANNUNCIATA
IL PERCORSO
Fiore: «Questa è una struttura particolare, dove è possibile realizzare programmi individualizzati che in altri contesti è difficile costruire»
APPELLO ALL’ANCI
La questione di Spinazzola potrebbe rientrare nell’analisi più ampia che riguarda l’ampliamento delle carceri di Bari e Lecce
Carcere, funziona il progetto dell’Asl
Spinazzola, la visita dell’assessore regionale Fiore
di Cosimo Forina
«Anche i detenuti sono cittadini uguali ad altri, con lo stesso diritto alla salute»: è stato sottolineato durante l’incontro che si è svolto ieri nell’Istituto penitenziario di Spinazzola tra l’assessore regionale alla sanità Tommaso Fiore accompagnato dai vertici della Asl Bt, dal commissario Rocco Canosa e dal direttore sanitario Francesco Polemio. L’incontro era finalizzato a tracciare con la direttrice del carcere Mariella Affatato una prima analisi con i referenti del progetto sperimentale di valenza nazionale finalizzato a ridurre il rischio di recidiva dei detenuti “sex offenders”. Stefano Porziotta responsabile del progetto, Gianfranco Masi, Francesca Malerba e Antonio Lattanzio, psichiatri, Nicola Malcangio, Serena Brescia e Maristella Paliotti, psicologi, nonché gli altri operatori che collaborano a questo percorso, hanno sottolineato la valenza inderogabile del carcere di Spinazzola. Fiore dopo aver visitato la struttura ha infatti affermato: «questo di Spinazzola è un carcere particolare, dove è possibile realizzare programmi individualizzati, in altri è difficile costruire questo tipo di percorso. Questo progetto ha valore sanitario e sociale concepito con la stessa filosofia portata avanti dalla Regione, un fatto culturale e di civiltà». L’analisi nel corso dell’incontro si è soffermata da parte dell’assessore proprio nel ruolo che la Regione ha assunto con la gestione della sanità, imposto dalla legge, nelle carceri. Nella sintesi di presentazione del dott. Stefano Porziotta sul progetto in corso si è appreso il modo in cui tutta l’equipe si sta movendo: «una struttura al momento a circolo semplice per giungere al reale quantità dei gruppi partendo dal supporto individuale offerto al detenuto». «Fine non velleitario, ha segnato Francesco Polemico, quello di giungere dove sarà possibile, opportuno, anche al coinvolgimento delle vittime degli stessi abusi sessuali». Quanto quello che si è avviato a Spinazzola abbia già superato il muro di cinta dell’Istituto Penitenziario, portando l’esempio del carcere della città ai vertici nazionali, è riscontrabile dall’arrivo di un detenuto proveniente da un carcere del Lazio che ha chiesto espressamente di poter partecipare al progetto. Rocco Canosa intervenendo ha sottolineato la volontà di coinvolgere in questo percorso anche le altre Asl italiane:
«l’idea di fondo è quella di comunicare uno o due mesi prima del fine pena ai servizi di riferimento del detenuto il percorso intrapreso in modo che a loro volta questi possono continuare con il suo sostegno». Le voci sulla eventuale chiusura dell’Istituto Penitenziario di Spinazzola, avanzata al Ministero della Giustizia, ha richiamato il ruolo determinante degli enti locali. Fiore interloquendo con l’assessore comunale alle politiche sociali Giuseppe Blasi, il quale ha annunciato l’imminente consiglio comunale monotematico aperto ai rappresentati istituzionali, sulla difesa del carcere di Spinazzola, oltre a garantire per questa occasione la presenza di un assessore regionale, non ha escluso la sua e quella del governatore Nichi Vendola. «Ruolo decisivo, ha infine concluso Fiore, è dato dall’Anci. Il Ministero della Giustizia si appresta a chiedere per ampliare le carceri di Bari e Lecce un accordo con questi Comuni, la questione di Spinazzola può rientrare in queste analisi, sicuramente saprà farsene carico il sindaco di Corato Gino Perrone, presidente Anci Puglia, così come la Regione farà la sua parte».
SPINAZZOLA LA PRESA DI POSIZIONE DEL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA IN FAVORE DELL’ISTITUTO
Ventola: i cittadini contro la soppressione dell’istituto
Sempre più isolato il sindacato “Osapp” del vicesegretario nazionale Domenico Mastrulli sostenitore della chiusura dell’Istituto penitenziario. Una nuova presa di posizione del Presidente della Provincia di Barletta-Andria-Trani, Francesco Ventola, contro l‘ipotesi di chiusura. «In questi giorni abbiamo constatato, su più fronti, gli interventi dei più autorevoli rappresentanti politici e non, tutti unanimi nell’esprimere un concetto inequivocabile: il carcere di Spinazzola non deve essere chiuso - esordisce - Gli stessi cittadini, in più di un’occasione, hanno democraticamente espresso il loro dissenso, tanto da invocare un consiglio comunale monotematico sulla vicenda, aperto a tutti i rappresentanti istituzionali del territorio. Rispetto a tale proposta, garantisco sin da ora la mia completa disponibilità a prendere a parte a quella che, ne sono certo, potrà rappresentare una valida occasione di confronto su una problematica che sta angosciando la comunità spinazzolese. Diversamente da quanto sostengono alcuni sindacati - conclude Ventola -, è nostra intenzione quella di ragionare nell’ottica del potenziamento dell’istituto penitenziario, che, come ho avuto modo di dichiarare nel corso delle varie visite, rappresenta un esempio di buona amministrazione, nonché una struttura adeguata e tra le poche in Italia realmente concepite a misura d’uomo». E dopo la posizione dell’Ugl Polizia penitenziaria, segretario regionale Luigi Pelle, schierata in difesa e potenziamento del carcere di Spinazzola, si registra anche l’intervento del segretario nazionale Federico Pilagatti del sindacato autonomo Sappe, il quale, scrivendo proprio al presidente della Provincia, Francesco Ventola, manifesta il suo completo dissenso verso la paventata chiusura dell’Istituto di Spinazzola, ritenendo questo essenziale nell’ospitare detenuti “sex offenders” che potrebbero essere trasferiti decongestionandoli dalle carceri di Bari, Taranto, Lecce e Foggia.

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